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Umberto Saba - Nato a Trieste nel 1883 da Rachel Coen (ebrea) e Ugo Poli (cattolico), Saba già dalla sua prima infanzia deve affrontare delle prove dure, infatti, il matrimonio dei suoi genitori va a pezzi quasi subito, e il poeta è mandato a vivere presso una contadina slovena, l'amatissima Peppa, con il quale manterrà sempre un rapporto d'intenso affetto. Rientrato in famiglia a tre anni, cresce con la madre che gestisce un negozio di oggetti usati, e due zie di cui una, la zia Regina, avrà molta importanza per il poeta tanto che gli dedicherà le prose raccolte nel volume Ricordi-racconti (1956). La sua carriera scolastica è breve, frequenta il ginnasio soltanto per pochi mesi e abbandona quasi subito per lavoro l'Accademia del Commercio, perciò la sua formazione avviene soprattutto tramite quelle che egli poi definì "le sterminate letture d'infanzia", letture di Leopardi, Parini lirico, Foscolo, Petrarca, Manzoni.
Nel 1905-1906 si trasferisce a Firenze con l'amico filosofo Giorgio Fano e qui rimane fino al 1910. A Firenze prende contatti con gli ambienti intellettuali della città, tra cui la rivista La Voce in cui lavora un concittadino del poeta, Scipio Slapater, contatti che però saranno sempre di reciproca incomprensione, soprattutto in seguito al rifiuto di Slapater di pubblicare sulla rivista Quello che resta da fare della vita breve manifesto di poetica scritto da Saba.
Nel 1907-1908, dopo il servizio militare prestato a Salerno (Saba ha la cittadinanza italiana nonostante sia suddito dell'Impero Asburgico), sposa Lina (Carolina Wölfler la Lina del Canzoniere) da cui l'anno seguente avrà una figlia.
Nel 1910 esce a spese del poeta il primo libro di versi, Poesie, poi nel 1911 scoppia una grave crisi in famiglia e per un certo periodo il poeta lascia la moglie, ma poi si rappacifica definitivamente.
Nel 1913 nel teatro "Fenice" di Trieste viene rappresentato per la prima e ultima volta (con clamoroso insuccesso ) il dramma in un atto Il letterato Vincenzo, unico e modesto testo teatrale scritto da Saba. Dopo la prima guerra mondiale cui partecipa anche il poeta ricoprendo ruoli amministrativi e di retroguardia, Saba rileva a Trieste una libreria, tuttora esistente, una vecchia libreria antiquaria che alla quale si dedicherà per il resto della vita.
Nel 1921 con il marchio editoriale della libreria pubblica il Canzoniere che comprende tutte liriche composte fino a quel momento dal poeta.
Nel 1929 si sottopone a una terapia psicoanalitica con il dottor Edoardo Weiss allievo di Freud, per curarsi da una nevrosi cui era afflitto, ma questa esperienza si conclude quasi subito , poiché lo specialista è trasferito a Roma (1933). Questa esperienza avrà un significato importante per Saba, perché gli confermeranno alcune sue intuizioni circa all'importanza delle esperienze infantili nella formazione della personalità, e di conseguenza la psicoanalisi gli apparirà come uno strumento importantissimo per la conoscenza dell'animo umano e quindi della realtà e della storia. Oltre che al pensiero di Nietzsche, Freud sarà uno dei suoi "maestri di vita" e considererà le sue opere, dopo quelle di Copernico e Darwin, come tra le più fondamentali nel pensiero moderno.
Nel 1938 avviene un cambiamento nella vita di Saba dovuto all 'introduzione delle leggi razziali, e di conseguenza deve abbandonare Trieste e rifugiarsi a Roma, che abbandona dopo avere trascorso quelli che egli definirà i mesi più felici della sua vita (il poeta è circondato dal calore e dalla stima di numerosi intellettuali e scrittori), per l'impossibilità a trovare un lavoro. Si trasferisce a Milano, (qui viene ospitato da una famiglia amica), sino al suo rientro a Trieste dopo le elezioni del 18 aprile 1948 dove trascorre gli ultimi anni della sua vita tra ricoveri prolungati in clinica, dovuti alla sua nevrosi e dalla morte della moglie, e riconoscimenti ufficiali sulla sua produzione poetica (nel 1951 riceve il premio dell'Accademia dei Lincei, nel 1953 la laurea honoris causa dell'università di Roma). Alla fine della sua vita compone ancora delle raccolte di versi e un romanzo rimasto incompiuto Ernesto. Muore a Gorizia nel l'agosto del 1957.

Opere poesia: il Canzoniere (1900-45) Mediterranee (1947) Uccelli - Quasi un racconto (1951).
Prosa: Scorciatoie e raccontini (1946) e l'Ernesto (incompiuto)

 
   

       

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